Domenica 6 aprile 2014 : Partenza da Avellino centro direzionale: ore 6,30 con pullman GT;
MattinaLa passeggiata ha inizio dal VI Miglio, Via di Terricola intersezione con Via Appia Antica, all’altezza del mausoleo più grande dell’importante asse viario, detto Casal Rotondo (49). Prendendo la direzione > Roma centro, sul lato sx incontriamo i resti di un impianto termale, mentre più avanti sulla dx s’affaccia il Ninfeo della Villa dei Quintili (era la Villa più vasta fra tutte quelle del suburbio romano) dove, all’altezza del civico 1092, recentemente è stato aperto l’ingresso per le visite.
La strada consiliare è tutta un susseguirsi di reperti e resti sepolcrali di varia manifattura ed epoca. Tra i monumenti più importanti troviamo: il sepolcro dei figli di Sesto Pompeo, il Mausoleo Circolare, i Sepolcri di Seneca e di M. Servilio Quarto, per giungere alla Villa Capo Di Bove da dove inizierà una visita guidata del complesso termale per giungere, attraverso il caratteristico complesso medioevale dei Caetani, alla Tomba di Cecilia Metella.
Pausa Pranzo: (Villa della Caffarella o al Mausoleo di Priscilla nei pressi dell’Info-Point del Parco – da prenotare).
PomeriggioParco degli Acquedotti. Visita libera tra i quartieri di Cinecittà e Quarto Miglio dove si estende un’area verde di 15 ettari residuo di un tratto di campagna romana che originariamente raccordava i Colli Albani e le porte della città. Qui sorgevano ben 6 degli 11 acquedotti che rifornivano l’antica Roma.

La via Appia fu la prima e la più importante tra le grandi strade costruite da Roma ed è stata chiamata per tale ragione la “regina viarum”. Fu tracciata alla fine del IV secolo a.C. per mettere in diretta e rapida comunicazione Roma e Capua. Il nome deriva quello del magistrato che la fece costruire lasciandole il proprio nome nell’anno 312, Appio Claudio che ricopriva la carica di censore. Il progetto del percorso fu sicuramente di concezione straordinariamente moderna in quanto lasciava da parte i centri abitati intermedi (provvisti però di appositi raccordi) e mirava diritto alla meta. La via fu perciò realizzata, anche superando notevoli difficoltà naturali, come le Paludi Pontine, con importanti opere d’ingegneria. In conseguenza dell’ulteriore espansione di Roma nel Mezzogiorno, la via Appia fu più volte prolungata. Dapprima, subito dopo il 268 a.C., fino a Benevento, poi al di la dell’Appennino, fino a Venosa e quindi a Taranto. Finalmente, nel II secolo a.C. fu prolungata fino a Brindisi, porta dell’Oriente. Il percorso dopo Benevento fu però a poco a poco sostituito da un itinerario alternativo che attraversava tutta la Puglia passando per Ordona, Canosa, Ruvo, Bari ed Egnazia. Nei primi anni del II secolo d.C. esso fu trasformato in una vera e propria variante dall’imperatore Traiano che le aggiunse il suo nome.